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ANAC, Atti

Appalti, il conflitto d’interessi per parentela arriva fino al sesto grado

Appalti, il conflitto d’interessi per parentela arriva fino al sesto grado

Nel caso di assegnazione di appalti, non può esserci legame di parentela fra il RUP (Responsabile unico del procedimento) del Comune e uno dei mandanti del Raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatario del servizio di progettazione.

L’esistenza del conflitto d’interessi per parentela giunge fino al sesto grado. Non può essere nemmeno avanzata come giustificazione la scusante, addotta dal Comune, che il legame di parentela fra il Rup e il mandante del Rti era notorio in ambito locale, tanto da non richiedere alcuna dichiarazione. E nemmeno vale come discolpa il fatto, sostenuto sempre dal Comune, che la carenza del personale rende difficile la sostituzione del Rup.

La delibera Anac

E’ quanto ha chiarito l’Autorità Nazionale Anticorruzione con la delibera N.63 dell’8 febbraio 2023. Il procedimento di vigilanza, intervenuto a seguito di una segnalazione anonima riguardante un grosso comune della Campania centrale, ha portato Anac a ritenere l’affidamento del servizio di progettazione e la sua successiva esecuzione in violazione dell’articolo 42 del Codice degli Appalti.

L’Autorità fa presente, poi, al Comune che, “salve ulteriori eventuali inadeguatezze del progetto esecutivo, saranno applicate le penali contrattuali previste per il ritardo nello svolgimento del servizio”. Anac raccomanda poi al Comune di valutare le eventuali azioni in autotutela da assumere “e, pro futuro, di rispettare scrupolosamente le norme indicate”.

Il nodo delle parentele

Ora il Comune è chiamato a comunicare all’Autorità entro 30 giorni, come intende provvedere e adeguarsi.

Nell’atto conclusivo del procedimento, Anac precisa infatti che il legame parentale fra Rup e mandante del Rti non era affatto notorio, in quanto lo stesso mandatario del raggruppamento temporaneo di imprese ha affermato di non esserne a conoscenza. In ogni caso, fa presente l’Autorità, la presunta notorietà del legame parentale non esclude l’obbligo dichiarativo.

“La dichiarazione di (in)sussistenza del legame è condizione per l’assunzione dell’incarico e deve essere resa in ogni caso”, sottolinea Anac.

“Ove il legame astrattamente rilevante come ipotesi di conflitto d’interessi emerga successivamente (ad esempio, dopo l’apertura delle buste contenenti le offerte), il dipendente è tenuto ad astenersi, oppure a comunicare la sussistenza del legame, al fine di consentire al superiore gerarchico di valutarne la eventuale sostituzione”. “La finalità – aggiunge Anac – è proprio quella di evitare che le valutazioni del dipendente siano, anche solo in apparenza, influenzate da legami con il concorrente”.

Infine l’Autorità fa presente come, dalle carte esaminate, emerga “un ritardo accumulato molto grave, superiore al 50% del tempo contrattuale. Pertanto andranno applicate le relative penali contrattuali”.

Leggi la delibera

A cura di Pier Paolo Bignami – Arug (fonte: ANAC)

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